Inno In Gloria Al Canguro Glauco

L’ora della Regina è passata da un pezzo,
Intonano le campane della messa serale.
È giunta l’era di salire in sella,
Il tessuto termico mi difenderà dal grande inverno.

Il biciclo, vecchio almeno di tre decadi,
Crucco vergine, abbaglia nella notte.
Con l’ipercubo in spalla e le vesti lucenti,
Sono pronto ad immolarmi
La casata del Canguro Glauco,
Gloria avrà!

Rione dopo Rione, Metro per Metro,
La guerriglia si protrae.
Tra rotaie tramviarie e sentieri di sampietrini;
Contromano, voragini e ZTL,
Le gambe non cessano di pedalare.

Orde di asiatici, tra me e gli approvvigionamenti.
Ma ecco che i diversivi ambulanti,
Aprono breccia tra le linee.
Ratto corro sul versante opposto,
Dove mi attendono per una nuova spedizione.

Mi muovo tra secoli di storia,
Senza conoscere la mia meta.
Attendo comandi, che non giungono,
E il freddo mozza le dita
Dal supporto pervengono bagliori di speranza,
Nuovi velocipedisti sopraggiungeranno al fronte.

Un ordine finale giunge,
Quando in cuor mio mi sento già a casa.
Serro i denti e persisto dal perire,
Ma non sono convinto che questo turno finirà.

Corrado Camponeschi

Breccia-di-Porta-Pia