Io di certo non ricordo
se ero triste, un pò sordo
sicuramente son stato
Dalla veranda svola un tordo
di cannella il suo manto
se ne infischia balordo
Lì il vetro appannato
m’ avvicino e sbrino
qui compare il tuo viso
Acqua sulla mia mano
è vapor mattutino
o son lacrime per inciso?
Tu aspetti il mio cenno
mentre affili l’ ingegno
sei pronta ad rientrar
Mi implori sull’ uscio
di rimpianto fai segno
ti prepari a truccar
Io di gesso rimango
il mio fronte, ormai stanco
or s’ appresta a ritirar
Sento colpo, un frastuono
(proviene proprio dal bagno)
sia cascato il fono?
Mi lancio dentro di grido
il cuor mio, sempre ardito
la continua ad amar
Mi si spalanca la soglia
non trovo più cara imbroglia
pur sbiadendo le ciglia
Mi rovescio di scatto
se ne accorge il mio tatto
è di dietro la porta
“Uno scherzo” pensavo
sorridente t’ abbracciavo
nelle mani un coltello
L’ avambraccio lei scuote
riga rosso la gote
mi trapana il cervello.
Daniele Gennaioli