Arrancando verso la pianura desolata,
Lo sguardo è perso tra le colline nuvolose.
Piovono pezzi di quel tetto opaco,
Che sovrasta il mondo.
Con un lampo, il cielo si squarcia,
Sentinella vigile, controlla i miei passi.
Scandisce il tempo, ticchettando la pioggia.
Da qualche parte la civetta e la sua stridula risata,
Mi allontanano dal silenzio.
Deserto di tenebre.
Vago nel verde assente,
Dove l’acqua di pietra è sabbia.
Rammento oasi,
Per il fior che dentro cresce.
Inaridisce l’aria.
Atterro su bianche driade,
Cuscini della tundra.
I miei occhi stanchi, dell’irrequieto vagar,
Si seccano tra un sorriso amaro.
Corrado Camponeschi